Mamma orsa con il suo cucciolo

Dopo il primo giorno alla scoperta del parco abbiamo dormito in un Campground ed il risveglio ha avuto un sapore dolce perché la signora della reception ci ha dato una notizia che aspettavamo: è stata avvistata una mamma con due cuccioli, un’orsa e i suoi piccoli.
Ovviamente questo è quello che si aspettano tutte le persone che vengono allo Yellowstone ma non è così scontato, bisogna essere davvero fortunati.

La notizia ci dava la possibilità di non pensare al cielo un po’ grigio sopra le nostre teste.
Così ci siamo messi in marcia dopo aver svuotato il porta potti, probabilmente vi state chiedendo di cosa si tratta. È il nostro WC e non ha una capienza illimitata quindi quando si raggiunge un certo livello bisogna svuotarlo; è una procedura rapida ed indolore ma che bisogna fare se si ha un van.
Dopo aver eseguito l’operazione ci siamo messi in marcia direzione nord perché è l’ultima parte che abbiamo in mente di vedere per poi uscire e dirigerci verso la meta che sogniamo, l’Alaska.

Un tuo piccolo gesto può fare la differenza…

Continua...

Dopo varie soste ad ammirare il panorama ci siamo fermati alla Tower Roosevelt nella quale si può percorrere un piccolo percorso. Non è complesso da percorrerw infatti è adatto a tutti ma soprattutto ha saputo stupirci, nasconde una cascata, la Tower Fall.
Non è piccolina perché alta 40 metri e dobbiamo ammetterlo, ha il suo fascino quindi possiamo dire che sia stata una bella scoperta.
Qui abbiamo anche mangiato il nostro primo Hot Dog negli Stati Uniti e non era così buono a dir la verità.

Conclusa la piccola pausa pranzo ci siamo spostati perché la zona nord non era ancora così vicina.
Dopo circa due chilometri abbiamo visto tantissime persone ferme a lato strada e così cercando di capire il perché ci siamo fermati anche noi; di colpo alla nostra destra è spuntata lei, la mamma orsa con i suoi cuccioli.
Non erano vicinissimi ma siamo riusciti ad immortalarli in alcune foto; è stata davvero una cosa pazzesca.
Ma poi è successo un qualcosa di totalmente inaspettato; tornando verso il van abbiamo notato una grossa chiazza per terra, arrivava dal motore.
Subito ci siamo spaventati perché un problema all’interno dello Yellowstone è difficile da gestire soprattutto se siete senza rete nei telefoni.

La cascata nascosta

La grande bellezza

Dopo pochi metri ci siamo fermati per verificare il problema ma poi è successo quello che non ci aspettavamo; Fabio è andato a controllare dietro il van, ha aperto il vano motore e pochi secondi dopo il tappo della vaschetta contenente il liquido di raffreddamento del radiatore è volato via.

Dato che c’era una pressione elevata il tappo non riusciva più a contenere il liquido bollente e una volta uscito ha raggiunto Fabio colpendolo in volto e nella spalla destra.

Ed ecco che sono iniziati i momenti di vero panico perché dopo quanto successo nessuno si fermava per aiutarci.

Poi dopo un po’ di macchine siamo stati fortunati e un signore gentilissimo ha dato acqua fresca e del ghiaccio a Fabio per alleviare il dolore; abbiamo aspettato circa dieci minuti ed è poi arrivato un primo ranger per verificare cosa è successo. 

Ha subito tranquillizzato Fabio dicendogli che non era nulla di grave ma nel frattempo ha chiamato un’ambulanza per poter garantirgli le prime cure e capire come procedere.

Quando è arrivata hanno controllato Fabio e prestato le prime cure, poi lo hanno caricato e portato nella clinica del parco; io invece sono andato in macchina con il Ranger.

Una volta arrivato in clinica non ho saputo nulla per circa un’ora e mezza e quindi temevo che le condizioni di Fabio fossero gravi; ad un certo punto il ranger è uscito comunicando che potevo andare a vedere Fabio e quando l’ho visto ammetto di essermi spaventato maggiormente rispetto a quando è accaduto il fatto.

Per fortuna in clinica sono riusciti a curare le ferite medicandolo al meglio; Fabio ha subito delle ustioni di secondo grado ma per fortuna era coperto altrimenti poteva andare peggio.

La cascata nascosta

Dopo pochi metri ci siamo fermati per verificare il problema ma poi è successo quello che non ci aspettavamo; Fabio è andato a controllare dietro il van, ha aperto il vano motore e pochi secondi dopo il tappo della vaschetta contenente il liquido di raffreddamento del radiatore è volato via.

Dato che c’era una pressione elevata il tappo non riusciva più a contenere il liquido bollente e una volta uscito ha raggiunto Fabio colpendolo in volto e nella spalla destra.

Ed ecco che sono iniziati i momenti di vero panico perché dopo quanto successo nessuno si fermava per aiutarci.

Poi dopo un po’ di macchine siamo stati fortunati e un signore gentilissimo ha dato acqua fresca e del ghiaccio a Fabio per alleviare il dolore; abbiamo aspettato circa dieci minuti ed è poi arrivato un primo ranger per verificare cosa è successo.

La grande bellezza

Ha subito tranquillizzato Fabio dicendogli che non era nulla di grave ma nel frattempo ha chiamato un’ambulanza per poter garantirgli le prime cure e capire come procedere.

Quando è arrivata hanno controllato Fabio e prestato le prime cure, poi lo hanno caricato e portato nella clinica del parco; io invece sono andato in macchina con il Ranger.

Una volta arrivato in clinica non ho saputo nulla per circa un’ora e mezza e quindi temevo che le condizioni di Fabio fossero gravi; ad un certo punto il ranger è uscito comunicando che potevo andare a vedere Fabio e quando l’ho visto ammetto di essermi spaventato maggiormente rispetto a quando è accaduto il fatto.

Per fortuna in clinica sono riusciti a curare le ferite medicandolo al meglio; Fabio ha subito delle ustioni di secondo grado ma per fortuna era coperto altrimenti poteva andare peggio.

Il bisonte non ha fretta

Ad ogni fermata il paesaggio cambia

Gli hanno fornito anche tutte le bende necessarie per la medicazione e anche degli antidolorifici nel caso avesse dolore;  dopo averlo dimesso siamo tornati al van con il Ranger.

Quando siamo arrivati al van ho riempito la vaschetta del radiatore con dell’acqua per poterlo spostare in un parcheggio più sicuro perché dove ci siamo fermati non potevamo stare.

Il ranger dopo averci “scortati” ci ha fatto un permesso speciale per restare in un parcheggio accanto ad un benzinaio; dovete sapere che all’interno del parco non è consentito dormire a patto che tu vada nei campground e quindi siamo stati davvero fortunati.

Il giorno dopo ci siamo svegliati presto e abbiamo iniziato a percorrere gli ultimi chilometri del parco, fermandoci spesso per non sforzare troppo il van.

Poi finalmente siamo arrivati nella parte nord dove abbiamo anche ritrovato la linea. Stare in modalità SOS con quello che è capitato ci ha demoralizzato davvero tanto, non potevamo avvisare nessuno e i pensieri negativi non ci aiutavano.

Per fortuna poi siamo usciti dalla parte Nord direzione Gardiner perché siamo riusciti a trovare un’officina per portare il van e farlo controllare.

Il viaggio alla scoperta del parco Yellowstone è finito in un modo totalmente inaspettato però almeno possiamo dire di averlo girato anche in ambulanza e nella macchina di un ranger, non è cosa da tutti.

Il bisonte non ha fretta

Gli hanno fornito anche tutte le bende necessarie per la medicazione e anche degli antidolorifici nel caso avesse dolore;  dopo averlo dimesso siamo tornati al van con il Ranger.

Quando siamo arrivati al van ho riempito la vaschetta del radiatore con dell’acqua per poterlo spostare in un parcheggio più sicuro perché dove ci siamo fermati non potevamo stare.

Il ranger dopo averci “scortati” ci ha fatto un permesso speciale per restare in un parcheggio accanto ad un benzinaio; dovete sapere che all’interno del parco non è consentito dormire a patto che tu vada nei campground e quindi siamo stati davvero fortunati.

Ad ogni fermata il paesaggio cambia

Il giorno dopo ci siamo svegliati presto e abbiamo iniziato a percorrere gli ultimi chilometri del parco, fermandoci spesso per non sforzare troppo il van.

Poi finalmente siamo arrivati nella parte nord dove abbiamo anche ritrovato la linea. Stare in modalità SOS con quello che è capitato ci ha demoralizzato davvero tanto, non potevamo avvisare nessuno e i pensieri negativi non ci aiutavano.

Per fortuna poi siamo usciti dalla parte Nord direzione Gardiner perché siamo riusciti a trovare un’officina per portare il van e farlo controllare.

Il viaggio alla scoperta del parco Yellowstone è finito in un modo totalmente inaspettato però almeno possiamo dire di averlo girato anche in ambulanza e nella macchina di un ranger, non è cosa da tutti.